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Moby Dick

Il libro, capolavoro della letteratura americana della cosiddetta American Renaissance, fu pubblicato in due versioni differenti nel 1851: in ottobre a Londra - dall'editore Bentley - col titolo The Whale ("La balena") con modifiche fatte dall'autore e dall'editore per emendare il testo dalle parti considerate oscene, blasfeme e dalle ironie verso la Corona britannica; in novembre a New York - presso l'Editore Harper & Brothers - col titolo definitivo Moby-Dick, or The Whale ("Moby Dick, ossia la balena"), ma soggetta a vari passaggi di mano ed errori di copiatura. Il romanzo, scritto in un anno e mezzo, fu dedicato all'amico Nathaniel Hawthorne. Fu un fallimento commerciale: alla morte di Melville, nel 1891, l'opera era fuori stampa, e ne erano state vendute circa 3200 copie. Fu riscoperto solo negli anni Venti del '900. In una lettera a Hawthorne, Melville definiva il suo romanzo come il "libro malvagio" poiché il protagonista del racconto era il male, della natura e degli uomini, che egli però voleva descrivere senza rimanerne sentimentalmente o moralmente coinvolto. La storia è quella della nave condannata ad essere affondata da una balena gigante: il viaggio della baleniera Pequod, comandata dal capitano Achab, a caccia di balene e capodogli, e in particolare dell'enorme balenabianca - in realtà un capodoglio - che dà il titolo al romanzo, verso la quale Achab nutre una smisurata sete di vendetta. In Moby Dick oltre alle scene di caccia alla balena, si affronta il dilemma dell'ignoto, del senso di speranza, della possibilità di riscattarsi che si può presentare da un momento all'altro. Alla paura e al terrore e alle tenebre, si affiancano lo stupore, la diversità, le emozioni che convivono insieme in questo romanzo di avventure: interiorizzando tutte le questioni, Melville vi profuse riflessioni scientifiche, religiose, filosofiche - il dibattito sui limiti umani, sulla verità e la giustizia - e artistiche del protagonista Ismaele, suo alter ego e una delle voci più grandi della letteratura mondiale, che trasforma il viaggio in un'allegoria della condizione della natura umana e al contempo in una parabola avvincente dell'imprudente espansione della giovane repubblica americana. Sul modello dell'opera settecentesca Tristram Shandy di Laurence Sterne, demistificatore del romanzo, genere letterario più in voga ai suoi tempi, anche l'opera di Melville vuole essere fuori dagli schemi tradizionali narrativi: il contenuto enciclopedico e allo stesso tempo fortemente digressivo richiede che la lettura sia accompagnata dall'interpretazione, in quanto l'autore utilizza un gran numero di citazioni di storie epiche, shakespearianebibliche che rendono Melville quasi un precursore del modernismo, come quello in particolare di James Joyce. Moby Dick fu tradotto in italiano per la prima volta nel 1930 dallo scrittore Cesare Pavese che non riuscì a farlo pubblicare. Solo nel 1932 l'editore Carlo Frassinelli lo fece stampare nella sua neonata casa editrice come primo titolo della collana Biblioteca europea diretta da Franco Antonicelli

 

 

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